|
Utilizzata da tempo immemorabile nel bacino del Mediterraneo, la rosa
dei venti fu uno strumento fondamentale per la navigazione e la compilazione
di carte nautiche.
L'attuale “rosa dei venti” è il risultato di un complesso
lavoro di sistematizzazione di tre strutture diverse, greca, latina e
medievale, generate in tre ambiti differenti: mitologico, geografico e
marinaro.
La rosa dei venti veniva raffigurata, nelle prime rappresentazioni cartografiche
del Mediterraneo su un quadrante che identificava la direzione del venti
rispetto ad un punto centrale, che si presume essere il basso Ionio o
l'isola di Malta ossia la direzione delle navi che anticamente erano spinte
dai venti portanti, cioè da venti che provenissero dalla loro poppa.
In quella posizione, le navi che provenivano
1. da NE, giungevano approssimativamente dalla Grecia, da cui il nome
Grecale
2. da SE giungevano navi provenienti dalla Siria, da cui il nome Scirocco
3. da SO giungevano navi provenienti dalla Libia, da cui il nome Libeccio
4. da NO giungevano le navi salpate da Roma e il nome Maestrale deriva
da quello della strada “maestra” da e per Roma
Nella mitologia greca i venti, personificati nelle isole Lipari o Eolie,
erano governati dal padre Eolo.
Nell'VIII secolo a.C. il poeta greco Omero ne menziona quattro, che spirano
dai punti cardinali: Borea dal settentrione, Euro dal levante, Noto dal
mezzogiorno e Zefiro dal ponente, così come fanno le Sacre Scritture
accennando a quattro venti cardinali.”
Piú tardi ci si avvide che, ai fini di un preciso orientamento,
quei quattro punti erano insufficienti e si pensò di suddividerli
facendoli diventare otto.
A questa suddivisione contribuirono i racconti mitologici, che descrivevano
quattro venti secondari:
Kaikias dal nord-est,
Apeliotes dall'est o sud-est,
Lips dal sud-ovest,
Skyron dall'ovest o nord-ovest.
A questo riguardo, occorre ricordare che ad Atene vi è ancora un
edificio ottagonale, chiamato “La Torre dei Venti”, costruito
dall'architetto Andronico di Kyrrhos nel primo secolo avanti Cristo. I
lati sono orientati verso il punto di origine degli otto venti principali,
raffigurati su bassorilievi e identificati col loro nome (Apeliotes, Boreas,
Kaikias, Skiron, Notos, Euros, Lips e Zephyros).
Sulla sommità della torre ua banderuola a forma di tritone di bronzo,
sospeso su un perno poteva girare e indicare la direzione del vento.
I Romani diedero ai venti nomi latini. Borea e Kaikias furono chiamati
Aquilone, Euro divenne Levante, Apeliotes ricevette il nome di Euronotus,
Noto quello di Austro. Lips si trasformò in Africano e Zefiro in
Favonio, mentre Skiron fu chiamato Circius.
Nella lingua letteraria del Medio Evo i quattro venti principali furono
chiamati Oriente, Occidente, Settentrione e Austro, mentre in quella popolare
erano detti Levante, Ponente, Tramontana e Ostro. I venti intermedi si
chiamavano Greco (NE), Maestro (NO), Scirocco (SE) e Libeccio, Garbino
o Africano (SO).
Nelle rose dei venti medievali, gli otto punti cardinali erano contrassegnati
dalle iniziali dei corrispondenti venti principali. Talvolta il levante
era contrassegnato da una croce trifogliata.
Il settentrione era contrassegnato da un giglio stilizzato. Alcuni ritengono
che esso fosse un'evoluzione grafica della lettera T, iniziale di tramontana,
il vento settentrionale.
|